Reggina, la salvezza attraverso il gioco

13.10.2016 19:00 di  Antonio Papale   vedi letture
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© foto di Federico Gaetano/Tuttolegapro.com

La Reggina che domenica verrà allo stadio Pinto ha ritrovato i professonisti a soli 12 mesi dal fallimento della gestione Foti che l'ha spedita nei dilettanti dopo tanti anni vissuti tra serie A e B. Il ripescaggio è stato vissuto quindi solo come una tappa di passaggio dai tifosi amaranto che sperano, dopo quest'anno in cui si vuole raggiungere la salvezza, di ritornare in tempi brevi ai fasti del recentissimo passato.

Il presidente Praticò, che ha rilevato la società post - fallimento, ha deciso di puntare su Karel Zeman, figlio del più famoso Zdenek, e che proprio come il padre, utilizza un metodo di gioco prettamente offensivo e dove la base deve essere il gioco. Quindi, il gioco deve essere la base per raggiungere l'obiettivo prefissato.

Tra i pali, il titolare indiscusso è Sala, arrivato dalla Ternana dopo alcuni anni in B. Dietro di lui, il giovane Licastro. Nel reparto arretrato, sulle fasce troviamo Cane e il prodotto locale Porcino, tornato dopo alcuni anni in giro per l'Italia. La prima riserva è Possenti. I centrali sono il giovane Gianola, De Bode (ex Aversa), Kosnic (dalle giovanili dell'Udinese) e Lo.

A centrocampo c'è l'esperienza dell'italo - svizzero ex Genoa Botta, abbinata alla gioventù di De Francesco e dei scuola Inter Knudsen, Romanò e Silenzi (figlio dell'ex bomber Andrea).

Davanti c'è l'ex Cittadella Coralli a garantire i gol, affiancato da Oggiano, capocannoniere reggino la scorsa stagione, e da Bangu, prodotto delle giovanili della Fiorentina.

Infine, alcuni numeri dei calabresi: dei 10 punti realizzati, solo 2 in trasferta con 4 gol fatti e 7 subiti.