Difesa top, attacco flop: le facce di una medaglia chiamata Casertana. Tilia vuole già andare via, giusto tentare anche la carta del sindaco

03.10.2016 12:10 di Raffaele Cozzolino   vedi letture
Difesa top, attacco flop: le facce di una medaglia chiamata Casertana. Tilia vuole già andare via, giusto tentare anche la carta del sindaco

La Casertana impatta al 'Pinto' contro la Fidelis Andria. Lo fa con il risultato finale di 0-0, che è un po' come osservare le classiche due facce della stessa medaglia. Da un lato c'è una difesa che mette in fila la terza partita consecutiva senza prendere gol, la quarta nelle ultime cinque. Dall'altra la gara numero quattro senza gonfiare la rete, troppe considerando che i turni giocati sono sette: più della metà. 

La gara non era delle più agevoli, soprattutto prendendo in considerazione la fisicità delle due squadre, un fattore che è divenuto fondamentale dato il terreno pesante e la costante palla lunga alle spalle della difesa cercata da una Fidelis Andria molto accorta e che ha provato soluzioni diverse rispetto alle prime disastrosi uscite esterne. La difesa s'è comportata bene, non era facile per D'Alterio e Rainone tenere i vari Fall, Ciancio: ci sono riusciti rischiando il minimo indispensabile.

Ciò che manca è la lucidità, a volte, di trovare il giusto tempo della giocata per liberare un compagno o, semplicemente, creare una occasione gol. Non c'è quella fluidità di manovra che dia l'impressione di mettere alle corde la squadra avversaria. Tedesco, nel post partita, ha detto che i dettami tattici sono ben chiari ai propri giocatori, che, però, devono avere il tempo di assimilarli e farli propri. Noi scrivemmo che, però, questa squadra ha dei limiti strutturali, a livello offensivo, che possono essere solo limitati e non debellati. Continuiamo a pensarla così, con l'aggravante che le difese avversarie di adeguano in maniera totale su Giannone, il giocatore di maggior classe dell'intera rosa. 

Una nota positiva, quella che impressiona di più, porta il nome di Carriero. Il ragazzo è un '97, corre come un dannato, lo fa (quasi sempre) con ordine. 

Infine, una chiosa obbligatoria sulle dichiarazioni di Tilia: "Non devono invitarmi ad andarmene. Le quote sono in vendita". Ci sta. Si può discutere se è giusto, se è sbagliato. Del perché si è arrivati a questo. Ma, a prescindere, ci sta che un imprenditore dica di voler andare via. È meno condivisibile il pensiero che porta ad un esclusione della possibilità di intavolare un discorso con il sindaco Marino per la vendita delle stesse: "Questa società è a diritto privato, non c'è bisogno di interloquire con il primo cittadino". 

Non possiamo essere d'accordo perché Marino si è reso disponibile a collaborare, come ha fatto con la Juvecaserta, ma proprio perché è una società a diritto privato deve essere la stessa proprietà a chiedere una mano (data la fortissima volontà di andare via) e non viceversa, con una iniziativa del sindaco. Con questo non vogliamo dire che Marino risolverebbe tutti i mali, per carità, non abbiamo elementi per provare ciò, ma è semplicemente una soluzione in più. Magari non porterebbe da nessuna parte ma meglio tentare che restare in un posto che si vuole lasciare "da due mesi".