I tifosi ci sono, la squadra ed il risultato no: i difetti del 4-3-3 di Tedesco. I fischi non vanno minimizzati

05.09.2016 15:35 di  Raffaele Cozzolino   vedi letture
I tifosi ci sono, la squadra ed il risultato no: i difetti del 4-3-3 di Tedesco. I fischi non vanno minimizzati
© foto di foto: tuttocasertana.it

La Casertana non c'è, i tifosi sì. In questa frase si può riassumere il debutto casalingo dei falchetti con il Monopoli, una sfida persa 1-0 per via di un gol di Gatto nel finale di primo tempo. Un'istantanea, quella che abbiamo citato all'inizio, che va contro le tante chiacchiere della vigilia. C'è chi, in società, ha pronosticato di essere tra le prime quattro, con questa squadra, a fine campionato ed ha sempre avuto da ridire sul numero degli abbonamenti (che resta troppo basso, per carità) e quindi di uno scarso calore attorno alla squadra della città. Vuoi o non vuoi, la Casertana è a zero dopo due giornate e ieri, nonostante le continue "ramanzine" rifilategli, il pubblico ha risposto quantomeno presente: condizione non scontata dopo tutto quello che è successo durante questa calda estate. 

Il finale di fischi non va minimizzato con frasi del tipo "le contestazioni c'erano anche lo scorso anno da primi in classifica". Le cose vanno contestualizzate, non buttate nel calderone in modo da distorcere la realtà. Perché come questa società si elogia, a ragion veduta, di aver iscritto la squadra, i tifosi fischiano perché hanno a cuore le sorti di una Casertana che è a zero punti dopo due partite (con un pizzico di sfortuna) disputate contro Melfi e Monopoli, formazioni che competono per quello che deve essere il principale obiettivo: la salvezza. Bisogna rispettare ambo le parti.

Parliamo di calcio giocato, che è la cosa più bella di questo sport. La Casertana non riesce a fare ciò che nella palla a scacchi è un dettaglio non proprio secondario: far varcare la linea di porta al pallone. In Italia è fondamentale non prendere gol, e questa è una facile considerazione, ma senza gonfiare la rete non si va da nessuna parte. Il 4-3-3 di Tedesco, come spesso accade con questo modulo, si basa molto sulle giocate o sui movimenti degli esterni offensivi. In tante occasioni il pallone è finito tra i piedi di Taurino (atleta da addestrare e far maturare, ma la sostanza c'è) e Giannone (autore di un gran lavoro anche in fase difensiva), i quali si sono accentrati per delle conclusioni a giro. In altre circostanze, invece, lo spostamento, senza palla, dei due fantasisti verso l'interno del campo ha creato spazio, alle loro spalle, per l'inserimento dei terzini (più Finizio di Pezzella) o dei mezzi di centrocampo: i quali, una volta sul fondo, avevano il cross come opzione migliore. L'esecuzione degli stessi è sempre stata scarsa, i movimenti di Orlando sempre poco azzeccati. Il centrocampo non ha funzionato, fatta eccezione per Matute. L'ex Crotone ha fatto una discreta partita, prendendosi le sue responsabilità: ha impostato, ha dribblato, ha provato il tiro (con scarsi risultati). Rajcic non è mai entrato in partita, De Marco ha provato a far qualcosa in fase offensiva ma, essendo l'uomo di maggiore dinamismo a centrocampo, risulta sempre troppo in sofferenza nelle transizioni negative. La notizia è quella che la Casertana ha un portiere, particolare non del tutto ovvio dopo ciò che s'è visto in questo inizio di stagione con Anacoura. L'esperto estremo difensore fa un paio di interventi di buon livello e, addirittura, colpisce di testa, negli ultimi minuti, durante un calcio di punizione a favore nell'assalto finale. Il numero 1 se n'è tornato verso i suoi pali, allargando le braccia, come a dire "di più non posso fare". 

Questa Casertana non è da 0 punti ma bisogna lavorare bene. Urge dare forza e atletismo in diversi ruoli, creare movimenti ad hoc per i cross (che per forza di cose dovranno essere bassi, quindi fondamentali saranno gli inserimenti dei centrocampisti). Reciterà un ruolo importante Carlini, che non è una prima punta. L'ago della bilancia sarà il lavoro di Tedesco, il quale a Pagani si gioca la panchina, senza mezzi termini. 

Quella Pagani che l'anno scorso sancì l'inizio di un cammino disastroso che portò alla perdita del primo posto. Una debacle figlia di una scellerata campagna acquisti e cessioni. Solo da quel momento in poi la tifoseria cominciò a storcere il naso. E a ragione, proprio come ora. Si contestualizzino le cose, altrimenti ben venga il silenzio (totale).