ANALISI - Troppe occasioni perse, due capi d'accusa a Romaniello: su uno ha poche responsabilità

01.05.2016 13:50 di  Raffaele Cozzolino   vedi letture
ANALISI - Troppe occasioni perse, due capi d'accusa a Romaniello: su uno ha poche responsabilità
© foto di Foto Scialla

La Casertana con il pareggio di Messina si piazza ad un solo punto dai play off, obiettivo minimo dopo la faraonica (ma improduttiva) campagna acquisti di gennaio. In terra sicula apre Mancosu dopo pochi minuti; poi un primo tempo da squadra vera, senza correre rischi, con davanti un Messina rinunciatario. Nella ripresa gli undici rossoblù smettono di giocare, badano solo alla difesa e si tradiscono su un calcio d'angolo, dove Mileto, lasciato da solo in maniera inquietante, può battere da due passi Gragnaniello. 

Questo 1-1 ha il sapore dell'ennesima occasione sprecata (Lecce che resta davanti) in un campionato di ritorno deficitario - 26 punti conquistati rispetto ai 34 dell'intero girone d'andata, attualmente la differenza negativa più ampia dell'intero gruppo C, peggio anche della Lupa Castelli Romani - che ha cestinato (quasi) tutto ciò che è stato fatto prima della pausa di Natale.

Si è perso il conto delle rimonte subite, dei punti persi nella ripresa. La squadra nei secondi tempi post mercato invernale appare sempre troppo impaurita, rispetto a quando nel girone d'andata si difendeva il vantaggio con determinazione e consapevolezza di essere un gruppo unito. Una formazione, quella rossoblù, che, tra l'altro, quando rientra dagli spogliatoi corre male, si disunisce a livello atletico. 

Romaniello anche senza Mangiacasale si affida al 3-5-2 e Alfageme, fino a quando ci riesce, compie una buona partita. Al tecnico rossoblù si possono fare due accuse: quella di non aver sostituito l'argentino (in debito d'ossigeno) prima dell'1-1 e quella di non essere passato ad un altro modulo. 

E se la prima non ha attenuanti, dato che l'ingresso di Finizio è una della soluzioni maggiormente attuate dal tecnico rossoblù e serviva qualcuno che coprisse dato che la squadra non ripartiva più; la seconda non può essere un capo d'accusa con delle solide fondamenta. Lo ripetiamo da mesi: la difesa a quattro non è attuabile in casa falchetti, se non per pochi minuti. Non c'è un terzino destro, ma chi è abituato a leggere le analisi post gara di tuttocasertana.it lo sa fin troppo bene: evitiamo di rielaborare il discorso. Da sottolineare, questa volta è che se, per assurdo, verrà schierato questo nuovo assetto difensivo, c'è da sistemare l'altro lato del campo. Se c'è Idda (che è un centrale) a destra - che, come naturale che sia, spinge poco - a sinistra non può starci Pezzella, un giocatore di grande esperienza, autore di ottime partite, ma che è più un terzino di equilibrio (al momento) che di spinta. Quindi dentro Tito (che ormai non vede più il campo, per motivi più o meno misteriosi) o Som (addirittura non convocato per la trasferta di Messina). 

La verità è che l'infortunio di Mangiacasale ha messo fuori discussione l'unico giocatore veramente insostituibile di questa Casertana, la quale solo grazie all'esterno ex Aversa ha trovato equilibrio nel 3-5-2 (la difesa a 4 fu accantonata prima dell'inizio del campionato, per ovvi motivi strutturali). Ora si rischia di diventare un cane che prova a mordersi la coda, almeno che non si trovino, con rapidità, nuovi equilibri, con Alfageme sempre più calato nella parte. L'urgenza, in ogni caso, è trovare il punto che permetterà ai rossoblù di entrare nei play off, con la speranza di risistemare la differenza reti con il Lecce, in modo da scavalcarla e di non guardare, un giorno, alla trasferta di Messina con l'ormai consueto amaro in bocca.