Grudina esalta i rossoblù: "Lavoro straordinario di Romaniello, squadra pronta per tornare in B"

L'ex portiere in rossoblù dall'89 al '92 racconta la sua esperienza a Caserta
20.11.2015 14:06 di  Pasquale Gallo   vedi letture
Gianpaolo Grudina
Gianpaolo Grudina
© foto di Tuttocasertana.it

Tre anni a Caserta, tra i migliori della storia rossoblù. Gianpaolo Grudina non ha mai dimenticato quei colori, quegli anni, le vittorie e le grandi emozioni vissute al Pinto. Protagonista tra i pali dal 1989 al ’92, l’estremo difensore sardo fu tra i protagonisti di quelle stagioni indimenticabili per tutti. “Tre anni della mia carriera in una città meravigliosa – esordisce – e quei campionati sono memorabili. Sicuramente uno dei periodi migliori della mia vita e carriera. Tra l’altro a Caserta è nato mio figlio quindi ci sentiamo un po’ casertani anche noi”.

Nell’89, l’anno delle dieci vittorie consecutive e di un calcio spumeggiante, Grudina subì davvero poco: 21 gol e una delle difese meno battute del girone. “Partimmo con una penalizzazione di due punti e forse avremmo vinto il campionato. Ci togliemmo tantissime soddisfazioni e la città ci amava letteralmente. Poi pareggiammo a Salerno e perdemmo contatto con le prime in classifica. Ma resta comunque una impresa straordinaria. Merito dei calciatori è vero, ma soprattutto di Pino Caramanno che con la zona riusciva ad esaltare le nostre qualità. Un 4-4-2 che metteva in difficoltà molti avversari anche se per imparare il suo credo non fu semplice. Con lui fummo costretti a fare doppie sedute per molte settimane. Anche per me che ero in porta ci furono difficoltà perché era un calcio tutto nuovo. Ma i risultati gli diedero ragione”.

Oggi Grudina è ancora il portiere meno battuto d’Italia con quei sette gol incassati ai tempi del Livorno. E forse proprio la difesa a volte è il miglior attacco: “I numeri incoronano la Casertana – continua – che ha il miglior attacco e la miglior retroguardia. In porta c’è un atleta esperto come Gragnaniello che garantisce grande affidabilità. E poi lo straordinario lavoro di Romaniello che cerca di trasmettere umiltà alla squadra e lavora molto durante la settimana. Alla fine il sacrificio paga sempre ed è giusto che lui e i ragazzi raccolgano determinati risultati”.

Lui che vinse nel ’91 il campionato di C1, prova a spiegarci come fare per ripetere l’impresa: “Quando si vincono i campionati è perché si mantiene la stessa concentrazione sia durante la settimana che la domenica e si trasmettono determinati input. Il difficile forse arriverà adesso poiché chiunque incontrerà la Casertana raddoppierà le forze per fermare la capolista. Ma il valore tecnico di un gruppo riesce a superare qualsiasi cosa. Noi sia nell’89 che l’anno dopo partimmo molto male poi ci riprendemmo per strada. Loro invece sono partiti molto forte e adesso devono continuare a spingere sull’acceleratore”.

In squadra, come nel ’90-’91, c’è la presenza di calciatori sardi. “All’epoca c’ero solo io e vincemmo – dice sorridendo – oggi ne avete due quindi siete ancora più forti. Scherzi a parte conosco Marco Mancosu dalle giovanili del Cagliari avendolo seguito quando era qui. Un giocatore di grande esperienza, ha giocato anche in A. Un centrocampista votato al gioco offensivo capace di inserirsi tra le linee ed essere molto pericoloso. Idda lo sto seguendo da quando è a Caserta e sta dimostrando di meritare una grande piazza come questa. Conclusi la carriera a Caserta e da quel ’92 non ho mai smesso di seguire le vicende del club. Sarò sempre un grande tifoso della Casertana”.