Il derby che verrà, l'ex Di Criscio: "Quel gol all'Arechi non ha prezzo, che carattere quella Casertana. E alla fine rischiammo l'agguato"

E’ cresciuto nella Casertana e ha sempre incarnato lo spirito rossoblù. Nicola Di Criscio è entrato di diritto nella storia dei falchetti con quel gol all’Arechi nel derby del ’93: “Arrivammo a quella sfida molto carichi – ricorda l’esterno – perché sapevamo l’importanza dell’incontro e che avevamo un avversario molto forte che poteva contare sull’apporto del pubblico. Entrai ad un quarto d’ora dalla fine sotto 1-0. Non avevo ancora toccato un pallone fino al cross di Esposito che tagliò tutta l’area di rigore e io in spaccata segnai. In porta c’era Genovese che non prendeva gol da oltre 700 minuti. Quando entrò la palla in rete si ammutolì lo stadio. Non ci potevo credere”.
Con Rumolo in campo solo per onor di firma perché infortunato, la Casertana incassò da Pisano il gol del 2-1 in contropiede: “Ma non ci abbattemmo – continua Di Criscio. Però giocavamo bene e avevamo ancora qualcosa di dare. Non meritavamo di perdere e non ci facemmo neppure influenzare dai ventimila spettatori. Sentivamo solo i nostri cantare e incitarci. Continuammo a crederci e poi Fermanelli disegnò quella punizione straordinaria che è passata poi alla storia”.
Al triplice fischio poi…”Successe di tutto. Volavano sediolini, monetine, oggetti, uscimmo scortati ma non bastò. Quando salimmo sul pullman ci dissero di abbassare la testa e restare distanti dai finestrini. Anche quando entrammo in autostrada perché dai cavalcavia potevano preparare un agguato. Tornammo a casa soddisfatti come se avessimo vinto perché dimostrammo grande carattere su uno dei campi più difficili del girone. Quel derby poi mi consentì di farmi notare dal mister che mi fece giocare con più continuità segnando anche il gol ad Ischia dell’1-1. A Caserta fu un’esperienza indimenticabile e quei colori non li dimenticherò mai”.