Casertana, col Cosenza il primo pari della stagione, tra la festa dello sport e un arbitraggio pessimo a dir poco. Ora tour de force esterno dove bisogna portare a casa punti

Il pari ottenuto ieri pomeriggio al Pinto contro un Cosenza arcigno consente alla Casertana di muovere, seppur lentamente, la classifica in una partita che è stata un'autentica festa dello sport per le affettuosità che si sono scambiate le due tifoserie durante l'arco dei 106' di gioco, ma che è stata rovinata da un arbitraggio a dir poco pessimo del signor Ursini di Pescara che alla fine ha scontentato entrambe le squadre con decisioni molto discutibili. Cerchiamo però di prendere in considerazione i principali aspetti che la gara di ieri pomeriggio al Pinto ha lasciato in eredità.
UN PASSO ALLA VOLTA - Un vecchio detto del calcio dice che quando non si può vincere l'importante è non perdere, e così è stato per i falchetti ieri che hanno fronteggiato una squadra che aveva in organico tanti reduci della disastrosa stagione in B. Per cui, meglio accontentarsi in certe situazioni.
LA SPINA NEL FIANCO - Parliamo ovviamente di Yayah Kallon, autore, non solo dell'illusorio vantaggio rossoblù, ma di una partita, almeno nel primo tempo, incredibile, coi difensori cosentini costretti a fermarlo con le cattive. Calato nel secondo tempo, ma resta sempre il miglior rossoblù di questa primissima parte di stagione.
CENTROCAMPO IN OMBRA - Per onestà intellettuale, bisogna sottolineare di come la prestazione del centrocampo rossoblù, tranne quella di Toscano e in parte di Leone nei pochi minuti giocati, sia stata contrassegnata da poche luci, con Proia e Pezzella molto al di sotto degli standard delle prestazioni di inizio stagione. Questo non è buttare la croce sui due, anzi è un augurio che sia stata semplicemente una giornata storta.
LA SOLITA DORMITA - Parliamo ovviamente della gestione pessima da parte della difesa rossoblù dell'occasione del gol cosentino con i silani che hanno fatto ciò che volevano e Rocchi che ha perso un tempo di gioco nel bloccare Garritano al momento della conclusione.
STRISCIA INTERROTTA - Parliamo ovviamente della striscia di vittorie interne consecutive dei falchetti, che si chiude a cinque. Era dal 9 marzo che i falchetti non ottenevano risultato diverso dalla vittoria: fu il Benevento, e sempre per 1-1, l'ultima a uscire indenne.
CINQUE SU CINQUE - Anche ieri, a causa della sua foga, è arrivato l'ennesimo cartellino giallo per Michele Vano, il quinto su cinque partite, che lo costringerà a saltare Foggia. E questo porterà Coppitelli ad inventarsi una soluzione come centravanti, visto che Casarotto non è al top.
ARBITRO, CHE DISASTRO - Non vogliamo trovare alibi alla mancata vittoria dei falchetti, ma bisogna dire per amore di verità che l'arbitraggio del signor Ursini di Pescara è stato alquanto pessimo, scontentando entrambe le squadre, tra rigori reclamati e non concessi, metri di giudizio cambiati nel corso della gara e decisioni errate, la principale il mancato rosso a Garritano per una gomitata su Oukhadda: alla fine, entrambi ammoniti ed espulsione in casa rossoblù per il ds Degli Esposti e il team manager Valori. Traduzione, un disastro e un bel 4 in pagella.
LA FESTA DELLO SPORT - È quella ammirata ieri pomeriggio sin dal prepartita, con le due tifoserie che hanno rinnovato il loro quarantennale gemellaggio a suon di cori rivolti verso l'altra squadra. È quello che vorremmo sempre vedere in un campo da calcio.
TRE SU TRE - Parliamo ovviamente dell'ennesimo divieto di trasferta spiccato dalle autorità nei confronti della tifoseria rossoblù. Infatti, nella tarda mattinata di ieri, è arrivato il divieto per la trasferta di mercoledì a Foggia, dopo quelli di Benevento e Trapani, con la speranza che i tifosi rossoblù possano andare domenica a Crotone.
TOUR DE FORCE ON THE ROAD - Nemmeno il tempo di digerire il pari di ieri che i falchetti devono mentalizzarsi sul tour de force esterno che li vedrà mercoledì a Foggia e domenica a Crotone. Inutile dire che ci vorrà la perfezione per portare a casa i primi punti esterni e cancellare le ombre di un mal di trasferta.